Inizio già col dire, che uno dei miei negozi preferiti in assoluto e dove acquisto e trovo maggiormente ciò che cerco e ciò che mi piace di più è Zara. E proprio Zara è il capostipite della moda Fast Fashion.

Ma cos’è e cosa significa Fast Fashion? Allora, letteralmente parlando, la traduzione perfetta è “Moda Veloce”. Che però, non per tutti è semplice da comprendere. Gli addetti al lavoro, invece la chiamano più semplicemente “Moda usa e getta”. In questo articolo quindi, cercherò di spiegarvi brevemente e con parole semplici, ciò che realmente significa.

Aziende low cost come Zara, H&M, Primark e tanti altri, cercano di riprodurre capi d’abbigliamento che, noi stesse, abbiamo visto nelle tantissime sfilate dei più rinomati stilisti, riproponendoceli in maniera più o meno simile, ma con l’utilizzo però, di materie prime di indubbia provenienza, perché la loro strategia di marketing è proprio quella di farci acquistare tantissimi capi nuovi e alla moda ma da poter utilizzare solamente per una stagione e poi da gettare via , da qui il termine “Usa e getta”.

Inoltre, ogni settimana cercano di fare uscire migliaia di nuovi capi di tendenza, Zara ad esempio, lo fa ogni giovedì con tantissime novità, con lo scopo di incuriosire gli acquirenti che si recheranno in negozio, con una scadenza quasi settimanale e ovviamente ogni volta, saranno tentati ad acquistare. Anche questa è un’altra strategia di marketing!

Vogliamo poi parlare dell’impatto ambientale che ha, la moda Fast Fashion, sul nostro pianeta? Innanzitutto sappiamo benissimo che, l’industria tessile con i suoi innumerevoli scarti, non biodegradabili e con tinture tossiche, è una tra le principali cause di inquinamento delle acque. Producono poi, tonnellate e tonnellate di scarti che difficilmente riescono ad essere smaltiti.

Ma oltre all’inquinamento ambientale, c’è da tenere conto anche del disagio sociale che questo tipo di moda, comporta. Per abbattere i costi, ovviamente tutte queste aziende, portano il lavoro in paesi del terzo mondo, dove ci sono condizioni precarie di degrago, di scarsissima igiene e cosa più grave, c’è un’allarmante sfruttamento minorile. Tutto questo, per creare capi che noi stesse, acquistiamo nelle grandi catene d’abbigliamento sopracitate.

Credo in definitiva, che raramente le cose cambieranno, il meccanismo della moda Low-cost è da troppi anni che basa la sua filosofia su certi scenari alquanto incomprensibili, ma per mantenere prezzi accessibili a tutti, se non troverà alternative valide, continuerà come ha sempre fatto. E noi, fashion addicted ritorneremo a comprare, come abbiamo sempre fatto. E forse, senza nemmeno un senso di colpa!