Amo viaggiare e credo che, questo mio sentimento sia sempre stato in me, innato. Ho sempre avuto uno spirito libero fin da bambina e già a 7/8 anni viaggiavo con la mente. Ricordo di me, molto piccola che sognavo di poter visitare Roma, non so perché c’era in me quel desiderio, ma so per certo che lo volevo con tutta me stessa.
Ho anche, sempre pensato, che non avrei mai messo radici in nessun posto, ma la vita a volte, ci porta a fare delle scelte che non sempre corrispondono, proprio a quello che avremmo voluto fare. Questo non significa che la mia vita ha preso una strada sbagliata, ma che, quel progetto che ho sempre desiderato, per ora è stato messo in un angolo remoto del mio cuore e chissà quando, e se, potrà essere realizzato.
Per viaggiare, bisogna essere una persona aperta a qualsiasi tipo di cultura, di tradizione e di cibo e sapersi adattare ad ogni situazione, anche quella più lontana dal nostro modo di vivere e di pensare e prendere tutto questo, come un accrescimento non solo culturale ma anche personale. Ed io, sono proprio cosi!
Il viaggio è Vita. E non basta guardare un documentario o leggere in continuazione guide turistiche, bisogna alzarsi dal proprio divano e uscire dalla propria Confort Zone. Capisco benissimo, che non tutti amano farlo e che preferiscono rimanere nel loro piccolo paesello, ma dobbiamo essere consapevoli che, al di fuori dei nostri confini mentali, personali ed immaginari, c’è un mondo immenso tutto da scoprire e che l’arricchimento che lascia un viaggio, non lo dà nessun’altra esperienza.
In 40 anni, posso dire di aver viaggiato abbastanza, anche se, per chi è come me, dire abbastanza vuol dire, non essere ancora del tutto soddisfatti. Viaggiare è come una droga; crea dipendenza e non si riesce più a starne senza. Si ritorna da un viaggio, con le valigie cariche di ricordi del posto che si è appena visitato e già pronti a viaggiare con la mente e a decidere quale potrebbe essere la prossima destinazione.
Ho visitato molte città Europee, molte isole dei Caraibi, qualche isola dell’Oceano Indiano e anche qualche città degli Stati Uniti d’America. Ma, per il mio modo di essere e di pensare, i miei viaggi del cuore sono quelli nelle città, qualunque esse siano. È proprio qui, che do il meglio di me come viaggiatrice. Amo perdermi per le infinite e trafficate strade di una metropoli e scovare angoli nascosti che non sono indicati, nemmeno in una guida turistica. Adoro andare per musei, per mostre, nelle bellissime librerie e perché no, anche nei tantissimi e particolari negozi che ogni città offre. Ma la cosa che più mi affascina, è quel melting pot di etnie e culture, che in nessun altro luogo puoi trovare.
Volete un esempio? Bè, sono tantissime le città che possono offrire questo, sia in Europa che oltreoceano ma, quelle che hanno lasciato in me, un ricordo indelebile, sono sicuramente New York e Londra. Due città che si amano o si odiano. Sono città sempre in movimento, che cambiano con una velocità quasi impressionante. E per chi, è come me, con un’anima un po’ irrequieta e sempre alla ricerca di nuovi stimoli, sono dei luoghi ideali, non solo per una vacanza, ma anche per viverci!
Attualmente, a causa della pandemia, quello che più mi fa soffrire è proprio non poter ritornare a viaggiare o farlo comunque, con delle limitazioni, che non è assolutamente la stessa cosa. Perché quando si viaggia, ci si sente liberi e in questa situazione è impensabile poter vivere al massimo quest’esperienza. Quindi, ci auguriamo tutti, che presto potremmo, ritornare a farlo, come prima.
Buon viaggio!
Vi consiglio questi 2 libri di Piero Armenti; uno è una guida turistica di New York, l’altro è la sua autobiografia che racconta una storia di coraggio, nel decidere di partire per una città a lui sconosciuta e lasciandosi alle spalle, una vita che non gli apparteneva del tutto e che non ha mai sentita sua. Un libro leggero, scorrevole nella lettura ma che fa molto riflettere.