Quando sentiamo pronunciare la parola DAD, la prima cosa che ci viene in mente è quella in inglese che significa papà, ma se viene associata alla scuola, allora ha tutt’altro significato. Infatti DAD è l’acronimo di didattica a distanza. Si è diffusa nel nostro gergo comune, da circa un anno cioè da quando ci ha colpito questa grave emergenza sanitaria e con il primo decreto di marzo 2020, abbiamo assistito, per la prima volta in assoluto, alla chiusura di tutte le scuole di ogni ordine e di ogni grado.
Se come me, siete mamme di bambini in età scolare, immagino già, che appena sentiate pronunciare quest’assurda parola, è come se un camion vi fosse appena passato addosso. Il paragone è un po’ indelicato ma solo chi, ha già provato tutto ciò, può capire esattamente cosa intendo dire!
I soliti perbenisti, ora diranno che noi mamme non vogliamo i nostri figli a casa. Ma nulla di più sbagliato!! Da sempre, gli alunni hanno 3 mesi di vacanze estive e non mi sembra, che nessuno, si sia mai lamentato.
Il problema è soltanto la DAD, tutto qui. Per prima cosa, trovo che sia complicato organizzare una postazione studio nella propria casa soprattutto per chi ha più di un figlio. Io, personalmente ho la fortuna di avere una casa abbastanza grande e quindi ho la possibilità di dividere i miei due figli in due parti diverse dell’abitazione: uno al piano giorno e uno al piano notte. Ma pensate un po’, a chi vive in un appartamento di pochi metri quadrati, con la difficoltà di organizzare gli spazi a più bambini. Quindi prima di giudicare, bisognerebbe capire, la condizione in cui ognuno vive. E non per tutti, è idilliaca!
Per non parlare poi del caos che si crea. In ogni stanza trovo file e file di libri, quaderni, fogli bianchi sparsi un po’ ovunque, matite colorate cadute a terra: cioè tutto ciò che prima era in classe, ora è qui in casa, messo o accatastato lì, in qualche modo.
Vogliamo parlare poi, della connessione? Penso che a tutte noi, sia capitato almeno una volta, in tutti questi continui lockdown di avere problemi con la linea. E quindi, maestre che si vedono a scatti continui, voci che vanno e vengono e tutto questo va, ad incidere negativamente sull’ apprendimento dei bambini, con la naturale conseguenza di avere lacune su molti argomenti e su molte materie e difficilmente, a parer mio, riusciranno a colmare queste mancanze.
Un discorso a parte va fatto sulle maestre, che hanno tutta la mia stima e comprensione. Sì, avete capito benissimo, io non sono affatto una di quelle mamme che alla minima lamentela del proprio figlio va a controbattere con l’insegnante. Io credo che il loro mestiere non sia semplice, ci vuole tantissima pazienza per tenere a bada una classe di 20 o più bambini e in questa situazione così irreale è ancora più difficile. Cercano in qualsiasi modo e con qualsiasi mezzo, da quello più tecnologico a quello più rudimentale, di spiegare anche argomenti nuovi a bambini di 7 e 8 anni, che sappiamo benissimo a quell’età, non sono così in grado, di recepire tutte le informazioni che gli vengono date, soprattutto, attraverso uno schermo del computer. Quindi un applauso da parte mia, va a tutti i docenti!
Ovviamente trovo delle enormi differenze tra la DAD di mio figlio di 11 anni rispetto a quella di mio figlio di 8 anni. È inutile dirlo, che è più semplice x un ragazzino (nonostante la stupidità pre-adolescenziale) assistere in modo composto e rispettoso alle lezioni online e naturalmente ha più facilità a recepire tutti gli input delle insegnanti. Mentre per un bambino di 7/8 anni è assai complicato gestire la sua capacità di attenzione per più di 3/4 ore, con la consapevolezza di essere a casa propria e di poter fare quello che vuole, tanto le maestre non sono lì presenti.
Detto ciò, ci auguriamo che tutto, torni alla normalità il più presto possibile, quella normalità di cui tutti abbiamo bisogno e che tutto questo sia solo un brutto ma lontano ricordo. E spero che la parola DAD, la cancellino per sempre dal vocabolario.
Nella foto, mio figlio mentre si appresta a seguire le lezioni online!